«È da qualche anno che se ne osservavano alcune evidenze - ha osservato Tombesi - ma molti astrofisici erano ancora scettici. Ora, grazie alla nostra analisi sistematica, per la prima volta siamo riusciti a mettere un punto fermo». Per arrivare a questo risultato, Tombesi ha analizzato lo spettro di galassie dal nucleo attivo distanti centinaia di milioni di anni luce dalla Terra, utilizzando i dati raccolti dal satellite Xmm-Newton dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Altri dati (in via di pubblicazione) provengono dal satellite giapponese Suzaku. I getti sono composti da plasma ionizzato: atomi di ferro ai quali sono stati strappati quasi tutti gli elettroni, fino a lasciarne uno o due appena, come fossero atomi d'idrogeno o di elio. L'interesse scientifico di questo fenomeno è notevole: «l'esistenza degli Ufo - ha osservato il ricercatore - ci permette di spiegare il cosiddetto feedback, cioè l'interazione fra il buco nero supermassiccio e la galassia ospite. La grande massa di materia e la loro altissima velocità, infatti, fanno sì che gli Ufo riescano a interagire con l'intera galassia ospite, e perfino a uscirne fuori».
tratto da: http://www.guardiamoa370.blogspot.com/
1 commenti:
non sono molto convinto... come si spiegano tutti quei fenomeni legati ad essi come l'incidente di roswell, le astronavi che descrivono gli abdotti e moltissimi altri segni? secondo me Tombesi ha risolto il problema dei fulmini globulari, ma quello degli ufo è molto più semplice da comprendere, è tecnologia aliena
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