LA PIETRA FILOSOFALE


Gli alchimisti si diffusero in Europa nel Medioevo, ma la scienza mistica che essi praticano – l’alchimia – era assai più antica, risale ad almeno 2000 anni fa, all’epoca dell’antica Grecia. Infatti la parola “alchimia” deriva dal greco chumeia, che significa “arte di strasformare i metalli”.I primi alchimisti svolsero molti dei loro esprimenti ad Alessandria d’Egitto, che era uno dei maggiori centri di cultura e di scienza dell’antichità. Fu qui ce la parola greca divenne al-kimya in arabo, dalla quale deriva a sua volta il termine moderno.Gli alchimisti credevano di poter trasformare i metalli vili in metalli preziosi – attraverso un processo conosciuto come trasmutazione – con l’aiuto della cosiddetta “pietra filosofale”. I principi che sostenevano questa teoria si basavano sulle idee del filosofo greco Aristotele (384-322 a.C.), il quale riteneva che in natura tutto fosse soggetto a cambiamenti.Le vicissitudini storiche si susseguirono, e così l’impero Romano, l’impero Arabo. Durante l’XI e il XII secolo l’alchimia raggiunse l’Europa con i Crociati che tornavano dalla Terra Santa. Il primo a tradurre un testo sull’alchimia dall’arabo al latino fu Robert di Chester nel 1144 e così tali opere vennero lette avidamente dai filosofi-scienziati del tempo. Un nuovo fervore si diffuse in tutta l’Europa medievale, ed una nuova ricerca alla famigerata “pietra” ebbe inizio.Molti alchimisti sostenevano di essere riusciti nel loro intento, ma pochi furono in grado di fornire le prove del successo dei loro esperimenti. Uno dei primi fu il parigino Nicolas Flamel (1330-1418), che sostenne di aver trovato un libro che racchiudeva i segreti dell’alchimia. Grazie a questo testo egli sarebbe riuscito a entrare in possesso della Pietra Filosofale, che descrive come una polvere rossa. Nel 1392 egli gettò la polvere su mezza libra di mercurio , che si trasmutò nella stessa quantità di argento. Sebbene l’unica testimone di questo esperimento fosse stata la moglie, i suoi contemporanei erano inclini a credergli per via di un improvviso cambiamento della sua situazione economica. Da povero che era, egli divenne molto ricco e fece donazioni sia agli ospedali sia alle chiese di Parigi.Nel XVI secolo centinaia di sedicenti alchimisti trovarono lavoro presso ricchi mercanti e presso la nobiltà europea (celebre città frequentata da alchimisti è Praga). La loro era spesso un’esistenza precaria: quelli che fallivano l’obiettivo di ottenere il prezioso metallo, potevano con estrema facilità essere messi a morte dai loro inferociti mecenati.Ma non tutti gli alchimisti erano spinti dall’avidità. Nell’Europa medievale gli antichi insegnamenti dell’alchimia finirono inglobati in una crescente tradizione mistica e magica.

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