Si tratta infatti di piante geneticamente modificate, in grado di rimuovere dall'atmosfera tonnellate e tonnellate di carbonio. Lo studio pubblicato su BioScience e coordinato da Christer Jansson, Stan D. Wullschleger, Udaya C. Kalluri e Gerald A. Tuskan, è incentrato sulla possibilità di aumentare l'efficienza degli alberi e dei processi naturali delle piante, consentendo loro di rimuovere l'anidride carbonica presente nell'aria.
Come? Due sarebbero le “procedure”: in primo luogo aumentando l'efficienza delle foglie nell'assorbire la luce e infine facendo confluire il flusso di carbonio verso le radici e infine nel suolo. Ciò comporterebbe un immagazzinamento di forme di carbonio meno volatili e più durature prima nelle piante e poi nel terreno.
In parallelo, gli studiosi stanno anche indagando la possibilità di sviluppare alberi e piante più resistenti, in grado di crescere su terreni difficili da coltivare, per avere così maggiori quantità di bioenergia e cibo.
Ottime idee contro quella che ormai è una vera e propria piaga mondiale.
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