L’ammasso in questione, chiamato SPT-CL J0546-5345 e situato nella costellazione del Pittore, ha circa la metà dell’età dell’Universo e ciò che vediamo oggi è perciò l’aspetto che aveva circa 7 miliardi di anni fa. La massa dovrebbe metterlo alla pari dell’enorme ammasso della Chioma, una specie di vicino di casa essendo a “solo” 350 milioni di anni luce. Tuttavia, lasciandolo evolvere e ingrandirsi, catturando materiale dallo spazio vicino, oggi è almeno quattro volte più grande, conquistando quindi il record assoluto. E’ composto da molte galassie già “vecchie”, di almeno due miliardi di anni, e quindi l’ammasso è sicuramente nato in tempi veramente primordiali. A quei tempi l’Universo era nettamente più piccolo di adesso e quindi la gravità aveva miglior gioco a creare ammassi molto numerosi. Oltretutto più si è grandi e più si cresce, così come più si è ricchi e più è facile diventarlo ancora di più.
Mappa della radiazione cosmica di sfondo, prova fondamentale della teoria del Big Bang. Essa rappresenta, infatti, il residuo della radiazione elettromagnetica emessa all’atto del Big Bang e che tuttora permea tutto l’Universo.
La ricerca svolta al Polo Sud è solo l’inizio di un ambizioso progetto che dovrebbe investigare ben 2500 gradi quadrati di cielo (al momento ne ha studiati solo 200) attraverso le onde millimetriche. Lo scopo è proprio quello di scoprire giganteschi ammassi di galassie a causa della piccola distorsione che essi causano nella radiazione cosmica di sfondo dell’Universo. L’ammontare della distorsione dona una buona stima della massa dell’intero ammasso. Stiamo all’erta allora. Questo è solo il primo gigante!
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