Terzan 5, un… fossile nel cuore della Via Lattea!

Utilizzando l’Osservatorio del Keck e il Very Large Telescope di ESO, un team di astronomi (tra cui molti sono italiani) è riuscito ad identificare due distinti gruppi di stelle all’interno dell’ammasso globulare Terzan 5 appartenente alla nostra Galassia. Le due popolazioni stellari presentano età differenti, come pure differenti abbondanze di ferro: questa è una caratteristica rara negli ammassi globulari, e suggerisce una prospettiva molto interessante: Terzan 5 potrebbe essere proprio formato dai resti di una presistente galassia.




Orbitando intorno al centro della Via Lattea, Terzan 5 è tra i gli ammassi globulari più luminosi, tanto che potrebbe essere visto agevolmente con un binocolo se non fosse per il velo di polvere che è frapposto tra la Terra e l’ammasso stesso. Si pensava finora che osse un “comune” ammasso globulare, ovvero fatto da una popolazione compatta di stelle tenute insieme dalla gravità, con circa la stessa età e composizone chimica (va anche detto che tale scenario “classico” comunque nei tempi più recenti è stato fatto oggetto di una profonda revisione: la cosa forse non è adeguatamente sottolineata nella Press Release del Keck, ma vale la pena tenerne conto, per meglio comprendere il quadro attuale delle conoscenze).




L’ammasso globulare galattico Terzan 5


Le nuove osservazioni di questo ammasso, appena publicate sulla rivista Nature, dimostrano che Terzan 5 non è davvero un “genuino ed autentico” ammasso globulare, ma è piuttosto il residuo di una proto-galassia che si è fusa con entità analoghe, in tempi antichi, a formare il nucleo stesso della nostra Galassia.



La scoperta apre senz’altro una nuova finestra sui meccanismi di formazione delle galassie, e potrebbe costituire la prima evidenza osservativa che conferma come il nucleo della nostra Galassia si sia formato tramite un assemblamento di sistemi stellari già evoluti, dice Francesco Ferraro (Università di Bologna), uno dei principali autori della ricerca.



Ferraro e collaboratori hanno appunto studiato Terzan 5, che essendo localizzato nella zona centrale della Galassia, risulta difficile da investigare per l’alta concentrazione di polvere interstellare. Nonostante le difficoltà, gli scienziati sono riusciti ad identificare due distinte popolazioni stellari al suo interno – una luminosa le cui stelle appaiono più centralmente concentrate e una seconda, le cui stelle sono più deboli.



La cosa interessante è che i dati spettrali, raccolti con il telescopio Keck II, hanno dimostrato che le stelle più brillanti sono anche circa tre volte più ricche di elementi pesanti, specialmente in ferro, elemento che è formato nelle supernovae.



“Questa nuova popolazione è in effetti tra le più ricche di metalli che conosciamo; è un pò come trovare un tesoro nascosto in questo peculiare ammasso di stelle” dice Livia Origlia, dell’Osservatorio di Bologna, che ha scoperto le stelle ricche di ferro.



Tra gli ammassi che si discostano dal paradigma della “unica popolazione stellare” (Simple Stellar Population, o SSP in inglese), Terzan 5 spicca perchè a differenza di altri, sembra che la sua popolazione più vecchia abbia lo stesso contenuto di metalli delle stelle più ricche del nucleo galattico. Questo suggerisce con forza l’ipotesi che tali stelle siano proprio un residuo dei “mattoni di formazione” del nucleo stesso: in questo quadro, sistemi stellari simili a questo si sarebbero uniti insieme a formare il nucleo galattico, durante l’epoca della formazione stessa della Via Lattea.



Ferraro sostiene anche che le differenti età ed abbondanze di metalli tra le popolazioni in Terzan 5, suggeriscono come l’intero ammasso abbia sperimentato un secondo periodo di intensa formazione stellare, dopo circa sei miliardi di anni dallo “scoppio” iniziale di formazione delle stelle.



Nel complesso, una scoperta di notevole impatto sulla nostra comprensione della formazione della Via Lattea e sulla natura degli ammassi globulari, e un’altra testimonianza del fatto che – come si sta cominciando a comprendere da qualche anno – spesso si dimostrano ben più complessi ed articolati di quanto un tempo si ritenesse. Poi, non dimentichiamolo, un’altra dimostrazione della bravura e della competenza dei ricercatori di casa nostra …!

tratto da: http://www.gruppolocale.it/

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