Kuo Chang-hsi è uno degli ultimi custodi della tradizione di costruttori di spade cinesi, e si è sempre attenuto agli antichi metodi di fabbricazione di armi dettati dagli avi. Dopo un recente fallimento (la rottura di una spada), ha affermato di non aver inserito l'ingrediente fondamentale per la costruzione di spade degne di questo nome: ossa umane. Infatti, la tradizione prevede che durante la forgiatura del metallo vengano inserire nella fornace alcune ossa, per rendere il metallo puro e resistente.
Le ragioni non sono solo legate alla supersizione secondo la quale l'inserimento di ossa nella fornace conferisca un' anima alle spade, ma anche un fondamento scientifico: le ossa umane, bruciando, aggiungono fosforo all' acciaio, rendendolo più puro e resistente durante le alte temperature di lavorazione. Una delle caratteristiche principali di una spada infatti non è solo la sua durezza ed il suo filo tagliente, ma anche la sua flessibilità. La spada cinese è un'arma che, oltre all'impiego "di taglio", viene soprattutto utilizzata per l'affondo di punta, movimento che potrebbe colpire un osso umano, scheggiando o rompendo la lama.
Kuo chang-hsi si procura le ossa da vecchi cimiteri o ossari, o addirittura le ossa provengono da donazioni delle stesse persone che commissionano le spade, per inserire all' interno delle lame lo spirito di un antenato deceduto, in commemorazione del caro estinto.
Kuo non solo è un fabbricante di spade, ma anche uno dei più grossi conoscitorie collezionisti di tutta la Cina. Visto l'ampio numero di esemplari che ha raccolto e fabbricato nel corso degli anni, ha addirittura creato un museo per custodire le centinaia di spade che possiede.
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