
L’orbita della Lulin è estremamente allungata ed è certo che provenga dalla Nube di Oort, l’enorme inviluppo formato da miliardi di corpi ghiacciati che avvolge il Sistema Solare interno ed il cui raggio si pensa sia pari a 100.000 volte la distanza Terra-Sole. Questi oggetti, che orbitano lentissimamente attorno al Sole con periodi di rivoluzione di milioni di anni, possono subire delle perturbazioni, dovute al passaggio ravvicinato di una stella o alle forze mareali galattiche, ed essere spinti verso le regioni più interne del nostro sistema planetario. È molto probabile quindi che questa cometa sia la prima volta che si avvicina a così breve distanza dal Sole (lo scorso 10 gennaio è passata al perielio – minima distanza dal Sole – transitando dalla nostra stella a poco più di 180 milioni di km), se così fosse è difficile prevedere la sua risposta al riscaldamento solare e come in altri casi simili potrebbe aumentare di luminosità in maniera imprevedibile.
I nuclei delle comete, infatti, sono costituiti da un miscuglio di ghiacci e polveri ed ogni volta che passano in prossimità del Sole perdono parte dei ghiacci che sublimano sotto l’effetto del riscaldamento indotto dall’intensa radiazione solare. I gas così prodotti formano un’estesa atmosfera (chioma) che, sotto l’effetto della radiazione e del vento solare (il continuo flusso di particelle cariche emesse dal Sole), si allunga dando luogo alla formazione della coda. Ad ogni passaggio al perielio, quindi, il nucleo cometario si “consuma” e sulla sua superficie si forma una crosta scura formata dal materiale non volatile che assorbe con efficacia il calore solare che viene trasmesso nelle parti interne. Questo calore fa sublimare i ghiacci presenti sotto la crosta e all’aumentare della pressione dei gas prodotti possono formarsi delle crepe nella crosta superficiale da cui questi fuoriescono sotto forma di getti. Nel caso di una cometa “nuova” il fenomeno della sublimazione dei ghiacci, essendo la crosta superficiale praticamente assente, potrebbe essere più intenso e quindi rendere la cometa più luminosa.
Nel caso delle comete, comunque, fare previsioni sull’andamento della loro luminosità è sempre molto aleatorio.
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