DAL NEANDERTAN AI GRIGI

Ora che sappiamo modificare il DNA, forse è possibile capire se siamo frutto di antichi interventi di bio-ingegneria aliena.


di ATLANTIDE


Sono sempre più frequenti le notizie sui nuovi traguardi raggiunti dall’ingegneria genetica. L’uomo finalmente ha scoperto i meccanismi che regolano le fasi della vita e manipolando il DNA indossa ora i panni di un "creatore", formando un essere nuovo partendo da una sola cellula. Attualmente sta diventando un "selezionatore", in grado di correggere difetti congeniti del DNA apportando dei miglioramenti. Sembra abbia individuato perfino la traccia del suo "orologio biologico" e stia cercando, se non lo ha già trovato, il timer che ne regola la durata. Sono stati raggiunti risultati ragguardevoli in USA nel campo della biogenetica e ora sembra possibile generare nuovi organi interni per sostituire quelli vecchi o malati, servendosi di un specie di impalcatura costituita da un polimero solubile e da cellule. Su questo impianto si modella la forma di un nuovo cuore, fegato o esofago, che viene utilizzato per sostituire quello vecchio, ovviamente rimosso. Nel contempo, l’impalcatura polimerica usata per generare il nuovo organo si dissolve senza lasciare traccia. Il tempo materiale necessario per completare il processo varia a seconda dell’età dell’individuo, in un organismo giovane il procedimento è più veloce. Gli ingegneri biogenetici hanno calcolato che un neonato impiegherebbe solo quattro settimane per rigenerare un fegato, anche se per un’applicazione pratica riguardante la ricrescita di questo organo dovremo attendere ancora qualche anno. È stato però autorizzato l’uso del "Vernacraft", un tipo di pelle artificiale prodotta in laboratorio, destinata alla riparazione dei danni prodotti da ulcere negli arti inferiori di individui affetti da diabete.

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