Alcuni dettagli della superficie di Ultima Thule sono incredibilmente diversi da qualsiasi oggetto esplorato finora. Ai primi di gennaio del 2019, il veicolo spaziale New Horizons è stato il primo dai tempi della Voyager a visitare mondi lontani all'interno del nostro Sistema Solare. Il suo primo obiettivo è stato Plutone, le cui stupefacenti foto sono state inviate nel mese di luglio 2015, per poi avvicinarsi all'asteroide 2014 MU69, ufficialmente chiamato Ultima Thule, essendo il corpo celeste più distante ad essere visitato da una navicella terrestre.
Le prime immagini ottenute dalla sonda hanno mostrato che Ultima Thule è un corpo celeste simile a un gigantesco "pupazzo di neve", composto da due corpi collegati, uno più grande (Ultima) rispetto all'altro (Thule).
Tuttavia, le recenti fotografie presentate dalla sonda spaziale New Horizons hanno reso possibili molte interessanti scoperte. Ad esempio, si è scoperto che sulla sua superficie ci sono numerose macchie bianche, sulla cui natura si sa ancora molto poco. "Le strane caratteristiche del corpo celeste è l'assenza di crateri significa che una volta i due corpi erano molto più vicini. Qualcosa li ha separati portandoli alla formazione o all'estensione di quella strana struttura", ha affermato Marco Parigi, un astrofisico alla James Cook University di Brisbane, in Australia. Gli scienziati stanno attualmente analizzando le ultime immagini sperando che i nuovi dati possano contribuire ulteriormente a svelare i segreti di questo enigmatico corpo celeste.
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