La plastica che si disinfetta con la luce

Disinfettare con la luce e senza effetti collaterali si può. Lo hanno affermato Kristin Wilde e la sua équipe dell’Università del New Mexico durante i lavori dell’AVS 57th International Symposium & Exhibition di Albuquerque. In quest'occasione i ricercatori hanno presentato al pubblico le possibili applicazioni industriali e sanitarie di alcuni materiali plastici che, se illuminati da luce fluorescente, mostrano proprietà antimicrobiche.

Nonostante il numero di infezioni batteriche continui a crescere, dal 1950 sono state sviluppate solo tre classi di antibiotici. Tuttavia, la ricerca lavora continuamente allo sviluppo di strumenti che siano in grado di contrastare con più efficacia la diffusione delle infezioni batteriche.

Recentemente sono emerse le eccezionali proprietà di una classe di polimeri coniugati (CPEs), materiali plastici conduttori di elettricità che mostrano attività antimicrobica se colpiti da luce fluorescente. Questi polimeri sono in grado di uccidere alcuni batteri Gram-negativi (Pseudomonas aeruginosa e Cobetia marina), proprietà che apre la strada a numerose applicazioni: dai materiali di costruzione impiegati nelle case ai prodotti sanitari. Ma prima di adottare questi polimeri per usi industriali, è ancora necessario testarne la tossicità per l’essere umano. Per ora, il team di Wilde lo ha fatto su cellule bovine, esponendole a due tipi di CPEs per intervalli di tempo dai 10 minuti alle 24 ore, sia al buio sia in condizioni di luce. In entrambi i casi, i ricercatori hanno osservato che i polimeri mostrano attività battericida senza essere tossici per le cellule.

Anche se i primi test hanno avuto un esito positivo, i ricercatori avvertono che saranno necessarie altre verifiche per capire in che modo e in quali quantità sarà possibile utilizzare questi polimeri antibatterici per usi domestici o sanitari senza che l’organismo umano ne risenta in alcun modo.


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