Scoperte le origini del Girasole in un fossile di 50 milioni di anni fa

A guardarlo viene subito in mente Van Gogh. In effetti, il fiore fossile risalente a 50 milioni di anni fa, rinvenuto nella regione meridionale dell’Argentina, non solo in qualche modo ricorda i suoi dipinti, ma è probabilmente un antenato dei girasoli.

Il merito del ritrovamento va a Viviana Barreda, peleobotanica dell’Università di Vienna, e ai suoi colleghi del Museo Argentino de Ciencias Naturales e del Consejo Nacional de Investigaciones Cientificas y Tecnicas di Buenos Aires. Il fiore, descritto su Science, è intero e ben conservato ed è stato trovato, insieme a granelli di polline, esattamente nella Patagonia Nord-Occidentale, presso Río Pichileufú.

Tutte le sue caratteristiche lasciano supporre che si tratti di un fiore della famiglia delle Asteracee. In particolare gli studiosi hanno notato la presenza di una infiorescenza centrale “a capolino”, costituita da 80 fiori; ciascun fiore presenta una linguetta (ligula), fogliette protettive (brattee) che circondano i fiori a formare un involucro simile a un calice, e sottili proiezioni, situate tra i fiori, simili a capelli e chiamate pappi, deputate alla dispersione dei semi.

La scoperta è importante per due motivi: primo perché gli unici ritrovamenti fossili finora rinvenuti della famiglia delle Asteracee altro non erano che piccoli granelli di polline. Secondo perché la Patagonia Nord-Occidentale del Medio Eocene (il periodo cui risale il fiore) era una regione arida e ventosa, caratterizzata dalla presenza di una vegetazione subtropicale. Il ritrovamento perciò arricchisce lo scenario di quell’epoca geologica e suggerisce un possibile clima caldo e relativamente umido.

“Probabilmente i membri delle Asteracee hanno abitato zone asciutte, o comunque di transizione tra quelle umide e quelle asciutte, forse nel Sud del supercontinente della Gondwana, prima che questo si frammentasse negli attuali continenti dell’emisfero meridionale: Sud America, Africa, India, Australia e Antartide” hanno spiegato i ricercatori. Ulteriori studi dovranno ora tentare di spiegare come questa famiglia si sia evoluta in un numero così elevato di generi e specie e si sia diffusa in tutti i continenti, tranne che in Antartide.



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