Hercules, o la galassia di transizione…

Il quadro generale che ormai si va consolidando, vuole che gran parte della nostra Galassia sia costituita da stelle “cannibalizzate” da galassie esterne, perlopiù galassie nane. Questa evidenza infatti si integra molto bene con altri dati sperimentali, che costituiscono tutti insieme il quadro generale della formazione delle galassie: questa al giorno d’oggi si ritiene più un processo di progressivo addensamento di piccoli pezzetti, piuttosto che un singolo, gigantesco “collasso” di gas e stelle.

Mentre diversi filamenti di queste probabili galassie “distrutte” occupano, come è logico attendersi, le parti più esterne della Galassia, ed altri oggetti ancora sono rimasti in forma di galassie nei dintorni della Via Lattea, non molti agglomerati di stelle sono stati trovati finora nel ruolo di satelliti, con evidenti segnali di distruzione mareale.

Una grande galassia a spirale (come la Via Lattea) può indurre la frammentazione di tante piccole galassie nane al suo intorno (Crediti: Jon Lomberg)
Adesso un nuovo studio, pubblicato nel fascicolo di ottobre della prestigiosa rivista Astrophysical Journal, suggerisce come la galassia satellite Hercules possa costituire propri un esempiodi una delle prime “forme intermedie” di tal guisa.

Difatti, analizzando le caratteristiche dell’orbita, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che il passaggio vicino alla Via Lattea (si pensa che in un remoto futuro passi a circa seimila parsec dal centro galattico) potrebbe anche provocare la distruzione della piccola galassia, che in tal caso disperderebbe le proprie stelle all’interno della Via Lattea.

I dati non permettono di arrivare ad una ferma conclusione riguardo al destino di Hercules: tuttavia, se pure non è destinata a diventare un altro flusso di stelle nella nostra Galassia, diciamo che davvero poco ci manca…



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