Scoperto un quasar: servirà da 'lente' per l'osservazione di nuove galassie

Un buco nero e la possibilità di osservare, dietro di esso, una galassia distante. Per gli astronomi è la prima volta che un quasar - la zona centrale di una galassia il cui nome sta ad indicare una radiosorgente quasi stellare (quasi-stellar radio source) - è stato scoperto grazie alle 'lenti gravitazionali'.


Il fenomeno, in astronomia, non è nuovo essendo stato anticipato dalla teoria della relatività di Albert Einstein. Il quasar in questione è stato denominato SDSS J0013+1523 ed è stato localizzato a circa 1.6 miliardi dalla Terra. Grazie a questa scoperta, gli scienziati potranno analizzare contemporaneamente due galassie e determinare in modo più analitico gli oggetti in termini sia di peso della massa, sia di misurazione della luminosità complessiva.

Secondo quanto sostiene la teoria, le grandi masse presenti nello spazio contribuiscono a deformare l’arco spazio-temporale attorno a loro. In questo modo, la luce riflessa da questi oggetti lontani risulta accresciuta e ancor più luminosa e brillante.
Non è semplice studiare le galassie che ospitano i quasar perché la loro luce è spesso intensificata dalle radiazioni provenienti dai materiali dei buchi neri. Infatti, un solo quasar può essere 1.000 volte più luminoso di un’intera galassia di 100 miliardi di stelle.

Frederic Courbin dell’Ecole Polytechnique de Lausanne, in Svizzera, spiega che "oggi è possibile stimare l’intensità delle masse di questi oggetti grazie proprio alle lenti gravitazionali". E non solo. Gli scienziati, infatti, saranno in grado di misurare anche la distribuzione della materia all’interno della galassia. Per il loro studio, si serviranno dei dati ottenuti dallo Sloan Digital Sky Survey, ossia una mappa dettagliata di un quarto del cielo

tratto da: http://www.nextme.it/

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