Cassini: risolto mistero dei laghi di Titano

Immaginiamo che l’acqua dei Grandi Laghi del Nord America evapori e si riversi nell’emisfero Sud a riempire nuove conche d’acqua. E che migliaia di anni dopo il processo si ripeta all’inverso. È proprio quello che un gruppo di ricercatori afferma accadere sulla più grande luna di Saturno, Titano.


Grazie ai dati raccolti dalla sonda Cassini-Huygens, missione NASA-ESA-ASI partita 12 anni or sono, gli scienziati sono riusciti a trovare una plausibile spiegazione dell’asimmetria nella distribuzione dei laghi di Titano. L’intrigante teoria, annunciata sulla rivista Nature Geoscience, può aiutare a far luce sui cicli climatici di altri pianeti, come le periodiche glaciazioni della Terra.




I laghi di Titano sono diversi dai nostri. Contengono principalmente metano, un gas che diventa liquido a temperature inferiori ai -180 °C sotto zero. La cosa strana è che la maggior parte dei bacini individuati finora su Titano è concentrata nell’emisfero settentrionale, mentre a latitudini meridionali la luna di Saturno appare una landa semidesertica. Al Nord la concentrazione di laghi è 20 volte superiore. Perché questa disparità? Inizialmente si era pensato a una diversa configurazione topografica. Ma le immagini del Synthetic Aperture Radar di Cassini lo hanno escluso, rivelando che la morfologia del terreno è simile, sia a Nord che a Sud. Un’altra ipotesi prendeva in considerazioni le variazioni stagionali di temperatura. Un anno su Titano corrisponde a 29 anni e mezzo sulla Terra. L’estate dura 15 anni (altrettanti l’inverno), un tempo troppo breve per svuotare bacini di metano profondi centinaia di metri.



Sarebbero in gioco, invece, processi molto più lunghi che chiamano in causa l’eccentricità dell’orbita di Saturno . Proprio come le variazioni dell’asse terrestre contribuiscono a glaciazioni ogni 100 mila anni, così su Titano avvengono cicli climatici di circa 45 mila anni. Questi cicli non provocano glaciazioni, ma la migrazione dei laghi di idrocarburi. L’orbita oblunga di Saturno intorno al sole espone alcune parti di Titano a quantità maggiori di luce solare, che incidono sui cicli di precipitazione ed evaporazione del metano. Durante l’estate australe, Titano si trova il 12% più vicino al Sole rispetto all’estate boreale. Come risultato le estati al Nord sono più lunghe e miti, quelle a Sud più brevi e intense.



“In questa configurazione orbitale, la differenza tra evaporazione precipitazioni non è uguale nelle diverse stagioni. Questo significa che vi è un trasporto netto di metano da Sud a Nord", ha detto Oded Aharonson del California Institute of Technology, principale autore dell’articolo. “Questo squilibrio provocherebbe un accumulo di metano, e quindi la formazione di numerosi laghi in più nell'emisfero settentrionale”.



Questa è la situazione che fotografiamo oggi, grazie alle performance della sonda Cassini che anche recentemente ci ha regalato spettacolari immagini delle aurore di Saturno. Ma su scala temporale di decine di migliaia di anni, i parametri orbitali di Saturno cambiano, portando Titano più vicino al Sole durante la sua estate a nord e più lontano nelle estati del Sud. Il processo quindi si inverte, con il trasporto di metano verso i laghi del sud. Il metano dei laghi nordici evapora, le circolazioni atmosferiche trasportano idrocarburi gassosi verso il polo opposto, dove si condensano, cadono come pioggia, e formano nuovi laghi. “Forse abbiamo trovato un esempio di cambiamento climatico a lungo termine su un altro oggetto del sistema solare, in analogia ai cicli climatici di Milankovitch della Terra", ha concluso Aharonson.
 
tratto da: http://www.asi.it/

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