Gli antichi Egizi conoscevano il “rettangolo aureo”


Gli antichi egizi conoscevano il cosiddetto “rettangolo aureo”, una figura geometrica basata su precise proporzioni che, secondo molti studiosi, è alla base delle concezioni artistiche delle civiltà mediterranee, non soltanto nelle arti figurative, come architettura e scultura, ma anche nella musica. E’ quanto sostiene il ricercatore Vasile Droj, dopo l’analisi di una figura esistente nella tomba di Senmut, architetto egizio della 18esima dinastia, che si trova a una trentina di chilometri da Luxor.
Nella stessa tomba è presente anche un graffito che mostra la costellazione di Orione in rapporto con le tre piramidi di Gizah. Questo conferma, secondo Droj, che gli agizi basavano il loro concetto dei rapporti fra terra e cielo su ragionamenti fondati su precisi concetti geometrici e matematici. Sarebbe questa la prima precisa conferma archeologica di tali connessioni.

Sul soffitto “astronomico” della tomba di Senmut, il rettangolo che contiene le tre stelle della cintura di Orione è contenuto in un rettangolo più grande, che messo in relazione col primo, mostra esatte connessioni geometriche. Il rettangolo piccolo è posto in un punto “strategico”, incrocio di diverse diagonali, che porta alla creazione del rettangolo detto “aureo” in cui i lati hanno misure rispondenti a una precisa proporzione geometrica, detta appunto “proporzione aurea”.

I rapporti fra i lati generano una serie di numeri, fra cui la radice quadrata di 2, che è un numero irrazionale. Questo porta a credere che gli egizi conoscessero già questa classe di numeri, che poi furono riscoperti dai pitagorici (e celati dal segreto perche si pensava sconvolgessero l’ordine del mondo).

Questa serie di numeri, dice ancora Droj, è il fulcro del “sistema operativo” su cui si basa tutta l’arte egizia, in particolare l’architettura. Per questo, il rettangolo aureo venne scelto come emblema supremo dei faraoni già dall’epoca predinastica, prima del 3000 avanti Cristo. Sotto la forma dei cosiddetti ’serekh’, cartigli rettangolari in cui era tracciato il nome del faraone, nascondevano una serie di teoremi geometrici. Come se ogni faraone immortalasse col suo nome un teorema e la relativa soluzione. Alla dea Iside venne riservato l’onore di “impersonare” il rettangolo, ed era raffigurata con sul capo una sua rappresentazione.

La conoscenza della proporzione aurea, diffusa in tutte le culture classiche (le proporzioni del Partenone rispettano il rettangolo aureo) si perse poi col tempo, per rispuntare nel Rinascimento. Leonardo raffigurò la Gioconda seguendo le regole canoniche del rettangolo aureo.

1 commenti:

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Fatto. Link aggiunto su http://tuttologi-accademia.blogspot.com/ tra i miei link preferiti.
A presto e in bocca al lupo...
Magari più avanti scrivo una piccola recensione sul tuo blog. Ma lasciami il tempo di leggere un po di articoli.

A presto

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