Colombo scippato dagli spagnoli? Non c’è trippa per gatti!


I ripetuti e ricorrenti tentativi di attribuire a Cristoforo Colombo origini non genovesi sono del tutto inconsistenti. Le prove dei natali liguri dello scopritore sono accettate da tutti i maggiori storici, anche spagnoli. Colombo, molto semplicemente, nacque in Italia, poi divenne suddito del Portogallo ed infine della Spagna, per conto della quale fece la grande scoperta, e dove morì.

I documenti
Il luogo natale, ossia Genova, è certo, anche se non si è trovato un vero e proprio “atto di nascita”. Esiste in proposito un documento probatorio. E’ l’atto di maggiorasco (che fa parte del suo testamento) in favore del figlio Diego, rogato a Siviglia il 22 Febbraio 1498 e conservato nel Municipio di Genova, in cui Colombo dichiara “… siendo yo nacido en Génova les vines à servir aqui en Castilla, y les descubrì al poniente de la tierra firma, las Indias…” (essendo io nato a Genova, venni a servirli qui in Castiglia e per loro scopersi a ponente della terra ferma le Indie…). Il documento sul Maggiorasco è autentico e comunque il suo contenuto storicamente risponde al vero. Infatti, nel 1925, nell’archivio della città castigliana di Simancas è stato ritrovato un atto datato 28 Settembre 1501 che è la conferma del Maggiorasco da parte dei Sovrani di Spagna. Esiste un altro documento, cosidetto Assereto, dal nome dello studioso che lo scoprì negli archivi genovesi. E’ un atto in latino rogato a Genova in data 25 Agosto 1479, dal notaio Gerolamo Ventimiglia, riguardante la testimonianza su una vertenza commerciale ed in cui si fa riferimento ad un incarico conferito a Cristoforus Columbus, di anni 29, civis Januae (cittadino di Genova) di recarsi ad insulam Almadere (isola di Madera). Dunque è proprio Lui, che all’epoca risiedeva in Portogallo. Infine c’è la lettera indirizzata, nel 1502 da Siviglia, sempre in castigliano, da Colombo al Banco di San Giorgio a Genova“ Bien que el coerpo ande aca el coracon esta ali de continuo “ (benché il corpo cammini qui , il cuore è costì di continuo).

La lingua
Si sostiene che Colombo non sia nato a Genova perché non parla o meglio non scrive in Italiano. All’epoca della sua nascita a Genova non si parlava Italiano, il “volgare”, bensì un dialetto molto stretto e non proprio comprensibile da parte dei non nati in loco. Quando Colombo lascia definitivamente la sua città, prima per il Portogallo, poi in Spagna, e lo fa in età giovanile ( nel 1477), è naturale che impari la lingua dei paesi di adozione cioè il Portoghese e successivamente il Castigliano. Perché avrebbe dovuto imparare l’Italiano ed usarlo per scrivere?

La famiglia
Colombo parla poco ed in un certo senso malvolentieri della sua famiglia genovese, il padre Domenico tessitore di lana, poi taverniere e la madre Susanna Fontanarossa, quindi del suo luogo di nascita. Ma non perché sia nato altrove. Egli frequenta a lungo la corte, prima come postulante, poi come Ammiraglio del Mar Oceano ed il suo intento è quello di acquisire un titolo nobiliare e trasmissibile e vi riesce. Viene ricevuto dai Sovrani, è a contatto con l’alta aristocrazia, i nobili, il clero ed ovviamente tende a nascondere, umanamente lo si può capire, le sue umili origini, origini liguri, genovesi. Rimane nel vago, le tiene in ombra. Questa è anche la ragione per cui non sposerà, dopo la morte della moglie, la sua “compagna” Beatrice Enriquez de Harana, perché di modeste origini. Se ne pentirà in punto di morte.

I fratelli
La presenza dei fratelli, Bartolomeo e Giacomo, nella vita di Colombo è fuori discussione. Furono con lui in viaggio e ad Hispaniola e poiché essi erano nati a Genova anche Cristoforo ha quelle origini..

Lo straniero
Colombo nel corso delle sue lunghe peregrinazioni alla corte di Fernando e Isabella è uno “straniero” e lo percepisce. Non che venga discriminato, anzi trova amici ed estimatori, riceve titoli onorifici. La regina Isabella lo protegge, ne avverte un certo fascino. Ma egli rimane uno straniero, insomma non è un castigliano.

Il denaro
Colombo è molto attento ai suoi interessi, da vero Genovese (…ma questa è solo una battuta!).

Maurizio Maggini

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