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Monumenti funebri preistorici nel Sahara occidentale
Un team condotto dallo studioso Nick Brooks ha condotto studi su vari stili di sepoltura associati a un'architettura funeraria sahariana, in Algeria, nel corso del 2002.Le sepolture sono localizzate sulle sponde di effimeri sistemi fluviali, lungo la base e in cima a scarpate e piane, solo occasionalmente in pianure.Lo stile sepolcrale più comune della zona è il tumulo conico, molto diffuso in tutto il Sahara. Questi monumenti risalirebbero sino a 7.000 anni fa, con una grande frequenza di datazioni tra i 5.000 e i 4.000 anni fa.I tumuli varierebbero in diametro tra gli 1,5 e 12 m, arrivano in altezza sino a 1,5 m e si trovano sia isolati sia in gruppo. Molto spesso si trovano in una posizione dominante del paesaggio. Un certo numero dei tumuli presi in esame sono associati a stele, il cui allineamento in qualche caso suggerisce una funzione astronomica.Un elevato numero di stele è stata individuata a Nord di Tifariti, e tra di esse vi sono circa 65 pietre erette, la più alta delle quali raggiunge i 2 m. Questo raggruppamento è situato in una depressione circondata da colline basse che ospitano un gran numero di tumuli.L'allineamento delle pietre è aperto a Est, e comprende un numero di allineamenti lineari che formano "recinti" separati. Due di questi arrangiamenti lineari sono uniti ad angolo retto e puntano a Nord e a Est.All'interno dell'allineamento il suolo è coperto da cristalli di quarzo. Altri tipi di sepoltura sono costituiti da strutture allungate o a forma di asse, monumenti disposti in forma di luna crescente e strutture a mensola. Di particolare interesse sono le cosiddette tombe di tipo V, la cui particolare forma indica una connessione tra le popolazioni preistoriche del Sahara occidentale e centrale, distanti tra loro circa 2.000 km.L'esempio unico del Sahara occidentale consiste in un mound centrale da cui emanano 2 braccia lunghe circa 25 m. Un grande monumento piramidale a spirale (in foto), alto circa 5 m, associato a strutture sussidiarie più piccole, è stato rilevato nell'area di Wadi Tirnit. Tali monumenti sembrano indicare legami tardo preistorici con regioni sahariane più a Nord, in prossimità del Nordafrica mediterraneo.


I nostri antenati più antichi
Il Ministro della Cultura etiope ha rivelato che alcuni paleontologi hanno scoperto una mascella e 6 denti di un ominide preistorico chiamato Ardipithecus Kadabba nel nordest del Paese.I sei denti primitivi appartenevano a individui differenti e mostrano che l'Ardipithecus kadabba era la prima specie del suo genus e potrebbe rappresentare la prima specie del ramo ominide, nata subito dopo la spaccatura evolutiva formatasi tra le linee genetiche che avrebbero dato vita alle scimmie e agli uomini, ha dichiarato il ministro in un recente comunicato. I denti fossilizzati sono stati rinvenuti nel 2002 dal Middle Awash Paleontological Research Project nella località di Asa Koma (collina rossa in amarico), lungo il margine occidentale del medio Awash, a 289 km da Addis Abeba.Nel sito di Asa Koma erano già stati rinvenuti un frammento di osso del braccio e un altro dente della stessa specie nel 2000 dal dottor Yohannes Haile-Selassie del Museo di Storia Naturale di Cleveland.I denti scoperti ultimamente, un canino superiore, premolari di entrambi le mascelle e molari superiori, sono stati estratti da depositi di roccia vulcanica datata con il metodo Argo/Argo tra i 5,54 e i 5,77 milioni di anni.Stando a quanto è scritto nel comunicato, i denti evidenziano un'evoluzione degli ominidi primitivi e hanno aiutato gli scienziati a differenziare le specie primitive o più tarde del genus Ardiphitecus. La denominazione Ardipithecus kadabba venne data a questa specie nel 2001, classificata come una sottospecie più antica dell'Ardipithecus ramidus. Le sottospecie più giovani avevano già ricevuto un nome scientifico nel 1994 ed erano state datate a 4,4 milioni di anni fa.


L'uomo e il corallo geneticamente simili
Il dottor David Miller, lettore di Biochimica e Biologia Molecolare alla James Cook University del Queensland, in Australia, studiando i geni di una particolare specie di corallo, ha scoperto che questa antica forma di vita e l'uomo hanno più patrimonio genetico in comune di quanto si credesse.Ciò dimostrerebbe che alcuni geni che si credevano patrimonio esclusivo del DNA dei vertebrati e, quindi, dell'uomo, sono in realtà presenti anche nel corallo. Questi geni, perciò, si sarebbero formati in tempi più antichi di quanto ufficialmente riconosciuto sino a oggi, mettendo in evidenza quanto ancora ci sia da esplorare e scoprire nel campo della genetica.


Trovati siti sommersi in Inghilterra nell'Era Glaciale
Archeologi si sono imbattuti nella prima testimonianza sottomarina di insediamenti risalenti all'Età della Pietra in Inghilterra. Un team dell'Università di Newcastle upon Tyne, nel nord-est dell'Inghilterra, dice di aver trovato manufatti di selce comprendenti strumenti e punte di frecce, al largo della costa vicino Tynemouth, durante una sessione di addestramento per prepararsi ad alcune ricerche sottomarine.Gli archeologi affermano che gli oggetti localizzano due siti, risalenti fino a 10.000 anni fa, che un tempo sarebbero stati sulla terraferma ma che furono gradualmente sommersi quando il livello del mare si innalzò dopo la fine dell'ultima Era Glaciale.La dott.sa. Penny Spikins, l'archeologa che guida il gruppo, ha comunicato che inizialmente aveva richiesto fondi per cercare questo tipo di siti in Scozia ed è rimasta meravigliata nel trovare questi oggetti giacere indisturbati sul fondo del mare, vicino ad un area così edificata.E' stata davvero una scoperta fenomenale perché sebbene ci fossimo preparati per ricercare questo tipo di luoghi, quando ci siamo imbattuti in questi manufatti, non avevamo ancora realmente iniziato il progetto", ha detto a Reuters."Questi siti ci forniscono un'opportunità unica per iniziare a comprendere le occupazioni costiere del primo Mesolitico" ha detto Spikins.Secondo il team, un sito risale al Tardo Mesolitico, da 8.500 a 5.000 anni fa, mentre l'altro, trovato oltre, in mare più aperto, si pensa sia del Primo Mesolitico - cioè dagli 8.500 ai 10.000 anni fa.


Macchè fantasmi, sono infrasuoni
Percepite strane presenza intorno a voi e un brivido vi percorre la schiena? Non sono i fantasmi, ma suoni a bassa frequenza che gli esseri umani non possono udire ma percepire con il corpo.Richard Lord, uno scienziato del National Physical Laboratory della Gran Bretagna ha infatti dimostrato che questi infrasuoni possono addirittura gettare nell'ansia gli ignari soggetti, svelando almeno in parte il mistero dei fantasmi. Come riferito alla conferenza dell'Associazione Britannica di Psicologia, questi suoni possono essere naturalmente presenti nell'ambiente in cui viviamo. Il gruppo di scienziati britannici è riuscito a dimostrare, con un esperimento, che un suono estremamente basso - conosciuto, appunto, come infrasuono - produce una serie di strani effetti. Per esempio è una 'fabbrica' di ansia, tristezza, brividi e impercettibili spostamenti d'aria.Potrebbe quindi essere all'origine delle suggestioni popolari che da sempre vivono nell'immaginario collettivo. Una sorta di spiegazione scientifica, insomma, per la percezione di "presenze spettrali".Lord e i suoi colleghi hanno prodotto un infrasuono (che può essere generato anche da fenomeni naturali) con un fischietto di 7 metri e hanno sperimentato il suo impatto, durante un concerto, su 750 persone.Nel corso dell'esperimento gli scienziati hanno fatto ascoltare quattro brani di musica dal vivo, tra cui alcuni con infrasuono, e hanno chiesto al pubblico di descrivere le loro reazioni alla musica. I risultati sono stati quelli descritti

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