IL FARAONE ANKHENATON ERA UN MUTANTE?


Gli archeologi sono sempre rimasti stupiti dalle raffigurazioni esistenti di Akhenaton, il grande faraone della diciottesima dinastia, che introdusse in Egitto una forma di monoteismo alla metà del 1300 avanti Cristo. Akhenaton infatti viene costantemente rappresentato in bassorilievi e statue con un fisico dalle caratteristiche marcatamente femminili, oltre che con un cranio stranamente allungato. Al punto che c'è chi ha avanzato l'ipotesi che in realtà fosse una donna, circostanza tuttavia smentita dal fatto che gli vengono attribuite almeno sei figlie.Il dottor Irwin Braverman, che insegna storia della medicina presso la Yale University, ha sviluppato una sua teoria sull'aspetto del faraone, presentandola nel corso del convegno annuale che la University of Maryland dedica alle malattie e ai motivi della morte di personaggi storici.Secondo Braverman, il faraone era un vero e proprio "mutante", ovvero vittima di una mutazione genetica che ne alterava le funzioni ormonali, aumentando la presenza nel suo corpo di ormoni femminili. Da questo deriverebbe, spiega lo studioso "l'aspetto androgino del faraone, che aveva un fisico marcatamente femminile, con bacino largo e seno, e tuttavia era di sesso maschile e generò figli". Sua moglie era la splendida regina Nefertiti.Secondo l'egittologo e archeologo Donald B. Redford, la teoria di Braverman è interessante, anche se gli studiosi sono in genere concordi nell'affermare che Akhenaton fosse affetto dalla "sindrome di Marfan", una malattia che incide sull'aspetto fisico determinando lineamenti allungati. Altre ipotesi prendono in esame la "sindrome di Klinefelter" e altre patologie del genere.Molti dubbi verrebbero chiariti se gli egittologi riuscissero a individuare senza incertezze la mummia di Akhenaton e il governo egiziano desse l'autorizzazione a condurre indagini sul Dna. Braveman spera che la sua teoria posso contribuire a moltiplicare le ricerche al riguardo.

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